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Baraccopoli: i rifiuti non rimossi finiscono nel Tevere e nell’Aniene

Da Conca d’Oro a Magliana i detriti delle ex favelas finiscono nei fiumi. Fratelli d’Italia lancia l’allarme: “La giunta si è impantanata. Si rischiano gravi conseguenze igienico sanitarie”

Le baraccopoli disabitate sono un’insidia per l’ambiente. I villaggi della disperazione, mai completamente bonificati, rappresentano una reale minaccia per i corsi d’acqua della Capitale.

Le favelas a bordo fiume

A Roma Nord, lungo la ferrovia e gli argini dell’Aniene, c’è una distesa infinita di vecchi tuguri che appaiono dimenticati. Sono il frutto di ripetuti sgomberi a cui però non è seguita mai una definitiva pulizia dell’area. Tra la melma ed i canneti ci sono i poveri resti d’insediamenti ormai disabitati. Stesso scenario si verifica tra Marconi e Magliana, dove senza soluzione di continuità si formano e si demoliscono le favelas

I rifiuti nel parco delle Valli

A metà novembre la consigliera regionale Roberta Angelilli (FdI) aveva mostrato sui propri profili social, le condizioni in cui versa il Parco delle Valli, nella riserva naturale valle dell’Aniene. A pochi metri dal fiume “rifiuti, degrado e sporcizia ovunque”. E soprattutto, sottolineava la consigliere di centrodestra, il rischio che “con l’emergenza meteo possa accadere di tutto”.

Dalle baraccopoli al fiume

Lo scenario si ripete, senza soluzione di continuità. “Secondo una nostra stima, quasi la metà dei rifiuti che galleggiano sul Tevere, arrivano dalle ex baraccopoli” ha spiegato, Claudio Sisto, presidente del Gruppo Sommozzatori, un’associazione  della protezione civile di stanza all’altezza di Ponte Marconi. La rimozione solo parziale di queste baracche, rappresenta una reale minaccia per i corsi d’acqua della Capitale.

Le risorse per le bonifiche

Il tema delle mancate rimozioni di ciò che resta delle favelas, non è secondario. “Da mesi la Raggi blocca il servizio pronto intervento dei Pics” ha ricordato Angelilli. La questione è approdata anche in Campidoglio, dove Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento al Bilancio. Trecentomila euro per consentire la bonifica di questi vecchi insediamenti. Chiediamo di destinare risorse aggiuntive per la rimozione delle baraccopoli e dei rifiuti che le circondano – hanno spiegato De Priamo, Mussolini, Figliomeni e Mennuni - perché la giunta grillina si è impantanata in aspetti burocratici che non riesce a risolvere”.

Il rischio igienico sanitario

Il centrodestra avverte che, l'assenza d’un pronto intervento, configura “gravi rischi igienico sanitari”. Le piogge infatti, innalzando il livello dei fiumi, rischiano di trascinare in acqua qualsiasi cosa sia stato lasciato sulle sponde. A quel punto, le barriere “acchiappa rifiuti” sistemate all’altezza di Fiumicino, non saranno sufficienti a raccogliere il materiale galleggiante.

Il viaggio dei rifiuti

“Il nostro auspicio – hanno dichiarato i consiglieri di Fratelli d’Italia che siedono in Campidoglio – è che l’emendamento venga approvato e che riprendano gli interventi contro il degrado ambientale del territorio”. Ne beneficerebbero innanzitutto i fiumi. E non solo. I materiali di scarto, trasportati in mare, col tempo si sminuzzano e vengono ingeriti dai pesci. Il viaggio dei rifiuti, partito dalle favelas non bonificate, rischia così di terminare in un luogo insospettabile: il nostro stomaco. Un motivo in più per non sottovalutare il fenomeno.

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