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Parco Ruspoli, senza fondi e con il progetto da rifare: doccia fredda per Portuense

Il M5s dichiara "illegittimo" l'iter seguito dalla precedente amministrazione per realizzare il parco. Veloccia (PD): "La verità? Serve una delibera che il Campidoglio non ha mai scritto"

Non è solo un problema di fondi. Per la realizzazione dell'agognato polmone verde di Portuense, bisogna ripartire dalla conferenza dei servizi. Quella che si è svolta nel 2016, secondo l'attuale amministrazione, non è infatti valida. Per finalizzare la nascita di Parco Ruspoli occorre ricominciare da zero.

L'iter procedurale secondo il M5s

"L'iter amministrativo è stato illegittimo" ha fatto sapere la consigliera pentastellata Francesca Sappia. "La precedente amministrazione municipale ha convocato una conferenza dei servizi che spettava al Dipartimento Ambiente, ha approvato il progetto in assenza del Dipartimento stesso ed ha avviato la procedura di esproprio che spettava al Dipartimento Pau". L'analisi della consigliera pentastellata, vicepresidented ella commissione lavori pubblici ed ambiente del Municipio XI, è lapidaria. 

I fondi e l'iter regolare

Come se ne esce?   "In questi dodici mesi abbiamo lavorato per non perdere il lavoro della progettazione partecipata che vogliamo vedere realizzato".Ma non sarà semplice raggiungere quest'obiettivo. "Servirà una Delibera di apposizione del vincolo e l'avvio degli espropri – inoltre – il dipartimento Ambiente dovrà fare una Conferenza dei servizi ed approvare il progetto". A fronte di questo quadro "i soldi ora non sono essenziali quello che è necessario è fare tutto secondo legge, e lo stiamo facendo". Non si capisce perchè, a questo punto, il Movimento 5 stelle nel dicembre del 2018 aveva dichiarato di aver fatto stanziare la bellezza di 900mila euro. Se l'iter amministrativo è irregolare, lo era anche all'epoca. Quindi o l'iter non era irregolare oppure lo stanziamento è stato annunciato prima che si verificasse lo stato effettivo della procedura.

La procedura seguita dal centrosinistra

Per l'ex presidente del Municipo XI, indirettamente chiamato in causa nella ricostruzione della consigliera penstastellata, le cose stanno diversamente. "Oggi per giustificare il fatto di aver detto una bugia all'epoca, visto che a bilancio non c'è un euro, si inventano una terza verità e cioè che i soldi 'non sono importanti' ma bisogna rivedere l'iter che è sbagliato" premette l'ex minisindaco Maurizio Veloccia, intenzionato a difendere le proprie scelte. "La delibera - rivendica Veloccia - fu redatta dall'attuale direttore del dipartimento Mobilità, all'epoca direttore dell'Ufficio tecnico ed è stata vagliata dall'attuale direttore del Municipio".

La delibera mancante

Resta da comprendere perchè, se i fondi erano stati stanziati nel 2017 e se l'iter era corretto, non è stato avviato l'esproprio necessario a realizzare il parco. "La verità - chiosa l'ex presidente municipale - è che a quella delibera doveva poi seguire una analoga delibera dell'assemblea capitolina, che da quando è a guida grillina, non è mai stata convocata sul tema". Nello scambio reciproco di accuse, resta una certezza. Nel Municipio XI, come dimostra anche il caso di parco Papareschi, per veder nascere un polmone verde bisogna essere particolarmente pazienti. Ed a questo punto anche abbastanza longevi.

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