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Spallanzani, infermieri denunciano carenze e rischiano licenziamento. I sindacati: “La direzione mente”

Domani, martedì 18 luglio, sit in di solidarietà ai due infermieri che rischiano il posto di lavoro per aver rilasciato durante un'intervista a Radio Onda Rossa dello scorso 30 maggio le carenze organiche dell'Istituto nazionale malattie infettive.

Un presidio di protesta organizzato nello stesso giorno, e stessa ora, in cui i due infermieri dei reparto degenza dello Spallanzani subiranno i consiglio disciplinare. Tavolo al quale siederanno con già sulla loro testa la richiesta, da parte della direzione generale del nosocomio di via Portuense, il “licenziamento senza preavviso”. Dopo questo episodio, il coordinamento sindacale dello Spallanzati ha inviato al prefetto di Roma lo “stato d'agitazione” dei lavoratori all'interno dell'azienda sanitaria. Stato d'agitazione tutt'ora in corso. L'azienda rispose punto per punto alle accuse sollevate da un lavoratore, e che Roma Today ha pubblicato oscurando la sua identità. Ora il coordinamento Rsu dello Spallanzani, presieduto da Adriano De Iuliis, contesta e precisa in ogni passaggio dichiarato dalla direzione generale.

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I due lavoratori rischiano il licenziamento? Perché è stato chiesto dalla direzione generale?

“I due lavoratori - risponde De Iuliis -, attivi sindacalmente da diverso tempo in Istituto, al momento dei fatti erano uno rappresentante dell’esecutivo nazionale e provinciale del sindacato Cobas e l’altra facente parte della lista Cobas ed oggi delegata sindacale della medesima organizzazione. Entrambi hanno visto recapitarsi il giorno 21 giugno 2017 una contestazione di addebito in cui viene specificato che il comportamento messo in atto 'si configura come disciplinarmente rilevante ai sensi e per gli effetti dell’art 13, comma 8, lett d) del CCNL comparto Sanità del 19.4.2004, così come successivamente integrato dal Ccnl del 10.4.2008, norma che sanziona la “ commissione in genere (anche nei confronti di terzi) di fatti o atti anche dolosi, che, costituendo o meno illeciti di rilevanza penale, sono di gravità tale da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro”

E’ vero che con la nuova turnazione i lavoratori lavorano fino a 12 ore consecutive? 

La nuova turnazione è entrata in vigore il primo aprile dopo alcuni incontri richiesti alla Dirigenza dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu – risponde il sindacalista -. Questi incontri sono stati concessi (nonostante sia vero che le normative di settore non prevedano la partecipazione dei sindacati su materia di orario, ma solo una semplice informativa) solo per dimostrare un’apparente apertura di questa dirigenza alle richieste dei sindacati che sono i portavoce dei lavoratori. La prima consultazione tra i lavoratori, avvenuta a fine marzo, ha visto la poca partecipazione - per protesta - di soli 22 votanti su 144 infermieri turnanti aventi diritto, e su quella piccola minoranza l’orario di lavoro è stato cambiato. Il vecchio orario (7-14/14-21/21-7) si attiene alla Direttiva europea 2003/88/CE per ciò che concerne il riposo, poiché rispettano le 11 ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore. E’ chiaro che questo cambiamento è stato attuato solamente per venire incontro alle esigenze organizzative dell’Azienda e non alle esigenze dei lavoratori.

Perché sostenete questo?

La nuova turnazione ( 7-13/13-19/19-7) ha incrementato di due ore il lavoro notturno che è passato da 10 a 12 ore. I lavoratori con questo nuovo orario svolgono anche turni diurni di 12 ore (solo nel mese di luglio in uno dei reparti sono 'programmati', quindi non si tratta di emergenze, 19 doppi turni). La nuova riorganizzazione dei servizi, secondo l’Azienda, prevede un alleggerimento dei carichi di lavoro notturni, poiché dalle ore 20 alle ore 8 i ricoveri dovrebbero essere effettuati esclusivamente in un reparto centralizzato di 8 posti letto. Innanzitutto, i carichi di lavoro nella nostra Azienda sia diurni che notturni non sono stati mai quantificati. Poi, i carichi di lavoro non vanno valutati soltanto in relazione all’attività di ricovero, ma anche dell’attività connessa all’assistenza continua dei pazienti presenti in reparto. Si evidenzia poi che nelle prime settimane di luglio sono stati effettuati ricoveri notturni anche nei reparti di degenza e si è trattato di pazienti con patologia critica come meningiti ed encefaliti. Infine a giugno si è svolta una seconda consultazione tra i lavoratori , organizzata dalla Dirigenza, in materia di orario di lavoro dove, nuovamente, non è stato inserito il vecchio orario (7-14/14-21/21/7). Si sono espressi 38 infermieri turnanti su 144. Contemporaneamente la Rsu dell’Istituto ha indetto un referendum sull’orario a cui hanno partecipato invece 125 (su 144) dipendenti di cui 89, hanno votato per l’orario in vigore precedentemente. E anche in questo caso la Direzione non ha voluto tenere conto della volontà della maggioranza dei lavoratori.

Lo Spallanzani soffre di una carenza di organico?

La direzione generale afferma che non c’è una carenza di personale nei reparti e che sono presenti tutte le unità infermieristiche necessarie a coprire i turni H24. L’ultima dotazione organica pubblicata dallo Spallanzani risale al 2015 e il numero dei posti vacanti totali riguardo gli infermieri è di ben 67 unità. Se veramente il personale infermieristico nei reparti fosse sufficiente, non si dovrebbero verificare situazioni in cui alcuni dipendenti hanno più di 200 ore in esubero lavorate e da recuperare, situazioni in cui ci sono una gran quantità di doppi turni programmati per sopperire alla carenza o turni scoperti. In più, secondo la riorganizzazione messa in atto dalla Direzione, il turno di mattina prevedrebbe la presenza di 6 infermieri (i caposala vengono inseriti in questo calcolo come se dovessero fornire anche essi assistenza diretta al paziente invece di coordinare e gestire il lavoro infermieristico). Spesso questa disposizione non viene rispettata, poiché le unità presenti sono 4 o al massimo 5 compresi i caposala. Riconosciamo, però a questa Dirigenza, di aver bandito un avviso pubblico e assunto a tempo determinato alcune unità infermieristiche necessarie a coprire le lunghe assenze, nonostante tutto la carenza non è stata ancora colmata.  

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