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Magliana Magliana / Via di Villa Bonelli

Ex Buffetti, dopo l'ennesimo incendio si aspetta la rimozione del tetto in amianto

L'ennesimo incendio all'ex Buffetti infiamma la polemica

L'ex Buffetti è tornata a fumare. Lunedì, nonostante la pioggia, la fabbrica dismessa di Villa Bonelli è stata vittima da un nuovo incendio. All'indomani dell'annuncio, da parte del M5s, dell'intenzione di procedere alla rimozione del tetto. Da eseguire "in danno" dell'attuale proprietà, la Beta Srl. Ed a prescindere dal ricorso che, quest'ultima, ha presentato al Consiglio di Stato.

La linea attendista

La fine della linea attendista sposata dalla Giunta Torelli, è stata salutata con soddisfazione dai pentastellati. Tuttavia, la richiesta di procedere alla rimozione dell'eternit, era già stata formulata. E durante tutto il periodo della nuova amministrazione è stata disattesa. Questo perchè, finora, aveva prevalso la scelta di aspettare la sentenza del Consiglio di Stato. Nella scala delle priorità grilline, la legalità sembra così confermarsi al primo posto. In attesa che siano maturi i tempi della giustizia, rischia però di farne le spese la salute dei cittadini.

Un lungo braccio di ferro

"Fin dal 2014 la proprietà era stata sollecitata, dopo una perizia della ASL RMF a rimuovere l'amianto di copertura danneggiato dell'ex stabilimento industriale della ex Buffetti – ricordano i consiglieri democratici del Municipio XI – purtroppo la proprietà non è mai intervenuta, tanto da avviare nei confronti del Municipio XI e della giunta Veloccia un braccio di ferro".  Eppure l'Ente di prossimità, secondo la narrazione democratica, "più volte si è battuto per il rispetto dell’indicazione della ASL, attraverso sopralluoghi e diffide della Polizia Locale, nuove ispezioni dei servizi di prevenzione della ASL RMD fino ad arrivare ad inizio 2016 ad una ordinanza sindacale del Comune che finalmente passava dal 'sollecito' all’ 'imposizione' dell’eliminazione dell’amianto, pena l’intervento in danno e le conseguenze penali per la proprietà non ottemperante". La Beta Srl ha però continuato a disattendere quell' "imposizione", appellandosi al Consiglio di Stato. Una mossa che ha messo in difficoltà l'attuale amministrazione. "Il Municipio a guida grillina - ricordano Veloccia e gli altri consiglieri PD - ha bloccato qualsiasi azione volta alla rimozione dell’amianto, tanto da bocciare tutti gli atti presentati dal Partito Democratico per intervenire sul manufatto".

L'attesa è finita

Una versione dei fatti che è stata però contestata. "Su questa vicenda, l'inerzia della giunta Torelli è la stessa che c'è stata con la giunta di Veloccia"  ha commentato Alessio Marini, già capogruppo pentastellato e animatore del primo meetup municipale.  Il pentastellato ricorda di aver presentato un'interrogazione per sapere, dalla Giunta Veloccia, se avesse l'intenzione di sollecitare il commissario Tronca ad emettere un'ordinanza sindacale. Era stata richiesta, nel gennaio del 2016,  dalla Asl Roma 3.  L'azienda sanitaria locale aveva infatti proposto di far rimuovere la copertura in eternit dall'ex Buffetti. "Potevano risolvere un problema annoso praticamente senza sforzo – ricorda Marini – ma entrambe, Veloccia e Torelli, hanno scelto di non farlo". Poi, sulla scorta di un documento che il PD voleva portare in Aula e che rischiava di passare anche con i voti del M5s, l'attuale Giunta ha cambiato strategia. E la linea attendista è stata abbandonata. Ora, l'unica cosa che si attende, è la rimozione in danno. Costo dell'operazione, circa 36mila euro. Davvero poco. Si poteva fare prima.

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