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Marconi Marconi / Lungotevere di Pietra Papa

Da Ostiense a San Paolo, il lungotevere è terra di conquista per gli insediamenti abusivi

Chiesta una stretta sugli insediamenti abusivi disseminati tra Ostiense, Marconi e San Paolo. Palma (FI): "Saranno duecento persone. Serve un intervento, anche a garanzia della salute del Tevere". Per il Gruppo Sommozzatori della Protezione Civile "Gli argini vanno assegnati a chi vive il fiume"

Resistono gli insediamenti abusivi presenti lungo il fiume Tevere. Da una sponda all’altra, si passa dai rifugi di fortuna alle tendopoli più strutturate. "Il quartiere Marconi è letteralmente assediato da campi rom irregolari – annuncia il Capogruppo di Forza Italia Marco Palma – sul versante dell’XI è il caso di Lungotevere Pietra Papa. Per quanto riguarda l’VIII abbiamo invece insediamenti sotto al Ponte della Scienza e lungo l’argine del fiume, all’altezza del Lungotevere Dante. Sommando per difetto – osserva Palma – saremo in presenza di circa 200 persone. Occorre reagire”.

LO STATO DEL TEVERE - La situazione sembra ancor più grave. "Non ci sono soltanto gli insediamenti abusivi che comunque sono presenti. Ad esempio su Lungotevere Dante ci saranno 40-50 famiglie. Sotto Ponte Marconi invececon i soli mezzi della Protezione Civile, oggi abbiamo spento un piccolo incendio. Causato – spiega il Presidente del Gruppo Sommozzatori Claudio Sisto – dal solito tentativo di recuperare il rame. Ma non ci sono soltanto gli stranieri. Non dobbiamo infatti dimenticarci degli italianissimi sversamenti che alcuni impianti sportivi fanno direttamente sul fiume".

LE SOLUZIONI - Come fare  per mettere in sicurezza il Tevere? Le ricette sono differenti. Marco Palma chiede "un intervento immediato per uno sgombero delle aree, anche a garanzia del rischio inquinamento del fiume dove viene scaricato ogni tipo di rifiuto. Per non parlare dei fuochi che vengono accesi per le diverse esigenze degli occupanti e che in alcuni casi sono anche nocivi". Il Presidente del Gruppo Sommozzatori della Prociv Arci, punta ad una strategia di medio periodo. "Gli argini vanno sfalciati e gli alberi potati, in modo da far riaffiorare i camminamenti che già ci sono. Fatto ciò bisogna garantirne la manutenzione. Per riuscirvi occorre puntare sulla realtà che il fiume lo vivono. Noi lo ripetiamo da anni – sottolinea Claudio Sisto – bisogna darlo in affidamento a realtà  che poi non lo utilizzino a scopi di lucro. Però questo affidamento non deve avere un costo".

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